Sarabanda-birb

Riconoscere le specie di avifauna dal canto è un’arte, ma anche un gioco dalla valenza scientifica. Esistono App per il cellulare che consentono di registrare i canti uditi e raccogliere dati su come siano distribuite le popolazioni. È un modo di appagare la curiosità e contribuire al monitoraggio della biodiversità.

Ti è mai capitato di fermarti ad ascoltare il cinguettio degli uccelli e domandarti a quale specie appartenga? Riconoscerli dal canto è questione di ascolto ed esercizio. Ti sei mai cimentato in questa Sarabanda naturalistica?

Qui abbiamo raccolto i canti di alcune specie, disponibili sul sito xenocanto, una vera e propria banca dati del canto degli uccelli.

Ascoltali e prova a indovinare a quale specie appartengono. In fondo le soluzioni!

CANTO 1

CANTO 2

CANTO 3

CANTO 4

CANTO 1

Quello che hai sentito è il chiacchiericcio di un merlo, o turdus merula. Si tratta di un uccellino molto diffuso in Italia e in Europa, e che certo avrai visto gironzolando in città. Il maschio è nero come l’inchiostro, ma il suo becco sottile è di un vivido giallo. Lo si vede spesso fare l’equilibrista su ringhiere e muretti, mentre dondola la coda per rimanere in posizione, oppure trottare veloce tra cespugli e ciuffi d’erba.

CANTO 2
Il fringuello, o fringilla coelebs, è un piccolo passeriforme. Il maschio ha il corpo di un marroncino chiaro, le ali pezzate di nero e di bianco e la testa di un grigio-blu. I suoi trilli sono piuttosto allegri e dolci.

CANTO 3
Il suo tubare dovrebbe esserti famigliare: du-dùùùù-du… du-du! È il colombaccio, o palombo, nome scientifico: columba palumbus. Attento a non confonderlo con la tortora dal collare orientale, che di sillabe ne canta tre e non cinque!

CANTO 4
È Hirundo rustica, o rondine comune, l’ultima cantante in gara. In Italia giungono in primavera e ripartono con l’estate. Le si vede sfrecciare in cielo con la loro coda a doppia punta. La loro presenza – a volte chiassosa – è un vero toccasana: sono infatti insettivore e predano zanzare e mosche.

A Bonate Sotto il canto degli uccelli

Il Comune di Bonate Sotto sarà protagonista di uno degli interventi di Natura vagante. Boschi e siepi di specie autoctone porteranno ombra e aria pulita agli abitanti di Mezzovate. Con fiori e frutti arriveranno anche specie diverse di avifauna

A Mezzovate un piccolo bosco sta prendendo vita. Se vi passate ora, troverete tanti giovani alberi sbucare timidi dai loro sostegni. A piantarli sono stati i lavoratori di Coopcomunità, per conto del progetto Natura Vagante.


Ciliegi, rose canine, prugnoli e sambuchi sono solo alcune delle specie che, nel giro di qualche anno, metteranno fiore, ravvivando le sponde del Lesina di bianco e di rosso.
La presenza di questi alberi non è soltanto un valore estetico aggiunto, ma anche un prezioso sostegno alle specie animali che abitano i nostri territori. Per molti uccelli, ad esempio, le piante rappresentano un rifugio, una fonte di cibo e delle preziose vie di comunicazione. Il rafforzamento della vegetazione ha una funzione di tutela ambientale complementare al lavoro svolto dalle riserve e dai parchi. Rende gli ambienti fortemente urbanizzati più vivibili e penetrabili dalle altre specie, consentendo il loro spostamento, aiutando la riconnessione tra ecosistemi e contrastando il problema della frammentazione degli habitat.


Rondini, rondoni, verdoni, capinere, codirossi e merli sono alcuni degli abitanti che tra tegole, grondaie e alberi e che, chi abita in questa zona, potrà sbirciare dalle finestre delle proprie case, mentre guizzano, cantano e volano oltre il vetro.
A chi abita in queste zone, inoltre, gli alberi forniranno ombra, un filtro naturale per l’aria e una barriera per i suoni.
Convivere con le altre specie, dunque, non solo è possibile ma anche auspicabile: si cresce proteggendo o incrementando la biodiversità, non depauperandola.

Uno degli obiettivi di Natura vagante è proprio rafforzare questa idea.