Le vie degli animali

Gli ecodotti sono una delle soluzioni proposte per mitigare l’impatto di strade, ferrovie e altre infrastrutture lineari, riducendo il grave problema della frammentazione degli habitat. Specie diverse però richiedono passaggi diversi

Quando camminiamo per la strada, marciapiedi e attraversamenti appositi rappresentano un sollievo. Superare un viale, magari a più corsie, fuori dalle strisce e con le macchine che sfrecciano a bordo strada è senza dubbio pericoloso. Questo vale anche per le altre specie. Per molti animali le strade costituiscono una barriera difficilmente superabile, con gravi conseguenze per la loro conservazione.

Natura vagante: L’ecodotto di Osio Sotto

La road ecology, ossia la branca dell’ecologia che si occupa di valutare e mitigare l’impatto ambientale delle nostre vie di comunicazione, ha studiato come realizzare attraversamenti mirati. Si chiamano ecodotti. Realizzare passaggi efficaci richiede di conoscere molto bene la biologia e l’etologia delle specie che si vogliono proteggere.

Un ponte sopraelevato può risultare un comodo passaggio per un ungulato di grandi dimensioni, capace di percorrerlo in pochi istanti. Ma per una rana o una salamandra può rappresentare il viaggio di una notte. In assenza di polle d’acqua dove riposarsi, lo stesso ecodotto risulta impraticabile.  Non meno importante è la vegetazione. La sua assenza, per esempio, rischia di disincentivare il passaggio di quelle specie che la sfruttano per spostarsi.

Ecco dunque che nel corso degli anni sono stati sviluppati stili diversi di ecodotti: alcuni sopraelevati, dotati di piccoli stagni d’acqua, siepi e arbusti per la fruizione tanto dei grandi animali quanto dei piccoli. Altri sotterranei, umidi e scuri per le specie che non amano gli spazi aperti. Altri ancora utilizzabili sia dalla fauna selvatica che da ciclisti e pedoni.

(Nella foto grande un ecodotto realizzato in Belgio. Si tratta di uno dei molti esempi di ecodotto costruiti nel mondo. Fonte keblog.it)

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