Un tappeto di lenticchie

La lenticchia d’acqua galleggia sugli specchi d’acqua stagnanti, formando tappeti di un verde smagliante. Per gli animali è un riparo, per gli esseri umani un prezioso aiuto alla depurazione da inquinanti

La lenticchia d’acqua è una piccola pianta galleggiante. Sta sospesa sul pelo dell’acqua grazie a una fogliolina rotonda, da cui scende la sua unica, fluttuante radice. A guardarla sembra un ombrellino.

È un’amante delle acque basse e ferme, dove si accumulano i nutrienti necessari alla sua veloce propagazione. La rapidità di riproduzione è in effetti uno dei tratti caratteristici di questa pianta.

Si moltiplica in due modi diversi: liberando nelle acque dei piccoli semi e clonandosi. Nel secondo caso succede che una fogliolina madre, in due o tre giorni, si accresce formando una foglia gemella, che poi si separa da essa e, in breve tempo, dà vita a un nuovo clone.

Il risultato è facilmente intuibile: polle, stagni e lame d’acqua ricoperte da un tappeto di migliaia di ombrellini,  sotto cui trovano rifugio molti animali acquatici.

La lenticchia d’acqua è inoltre una pianta fitodepuratrice, cioè capace di assorbire sostanze che, in grandi quantità, rappresentano pericolosi inquinanti. Per esempio, i composti azotati e fosfati. 

Non è raro perciò trovarla negli impianti di depurazione. Se non giunge spontaneamente, sono gli umani a disseminarla.

Anche a Boltiere è presente: per adesso ha occupato tre piccole vasche. In futuro potrebbe espandersi anche nei bacini artificiali più grandi

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