In Italia, la rete di trasmissione elettrica ad alta tensione, che dalle centrali trasporta l’energia fino alle porte delle città, è lunga quasi 64000km. I tralicci che la sorreggono valicano montagne, parchi e altre aree verdi, ponendoci di fronte a una domanda importante: come coniugare sicurezza e conservazione ambientale?
Se piantassimo un albero molto alto sotto un elettrodotto, e questi crescesse senza mai essere potato, correremo il rischio che, prima o poi, i suoi rami sfiorino i cavi, scarichino a terra la corrente e interrompano la linea. Non solo: la manutenzione del traliccio risulterebbe molto complicata. Per queste ragioni si è sempre preferito radere alberi e arbusti, lasciando sotto ai cavi delle lunghe strade di erba. Da un punto di vista ambientale, però, questo è un problema, perché frammenta gli ecosistemi e impoverisce la biodiversità.
C’è però un’alternativa a questo deserto artificiale di specie, ed è la piantumazione di una macchia di arbusti e piccoli alberi, accuratamente selezionati perché la loro crescita non influenzi la manutenzione dell’elettrodotto, pur incentivando la presenza della fauna animale.
Nocciolo, sambuco, rosa canina, biancospino sono tra le specie più indicate dalle linee guida che raccontano i benefici di questo tipo di soluzione: contrasto alla frammentazione degli habitat, conservazione delle specie e minor dispendio di denari. Il periodico taglio a raso delle piante, infatti, ha un costo non indifferente!
I progettisti di aBC Studio hanno fatto proprie queste linee guida per l’intervento di Natura vagante a Osio Sotto, dovendo infatti operare sotto a dei tralicci. Il boschetto appena piantumato guiderà gli animali che sfrutteranno l’ecodotto attraverso le case, il campo da padel e la zona industriale, fornendo – al contempo – ombra, riparo dal suono e pulizia dell’aria per i cittadini che lì vi abitano.